venerdì 30 agosto 2013

07-GHOST




 

“07-Ghost” ha la classica trama della storia fantasy.

Teito Klein è sopravvissuto alla terribile guerra che vedeva contrapposto il Regno di Raggs e lo Stato militare di Barsburg per il dominio sull'Occhio di Mikhail (Mikhail no hitomi), un artefatto magico di straordinaria potenza che consente al suo portatore di potenziare le proprie capacità offensive. All'accademia s'insegna infatti a utilizzare le parole come arma, sprigionando e rendendo letteralmente visibili delle formule-stringa chiamate Zaiphon. Tale meccanismo costituisce il primo punto d'interesse della serie che in questo senso riprende e accentua un concetto conosciuto nella tradizione epica, trovando però una diversa declinazione, una chiave più moderna e shônen. Si parte infatti dall'idea arcaica di “nominare le cose del mondo” che permea tutta la cultura orale e che si ritrova in buona parte della produzione letteraria ambientata in universi immaginari. Gli esempi di antropologia sociale presi da Walter Ong trovano riscontro nella logica della credenza giapponese nelle kotodama, termini tabù che non possono essere pronunciati e nella struttura narrativa dei “Racconti di Terramare” o addirittura in “La Città Incantata” di Miyazaki (Sen to Chihiro kamikakushi), in cui la vecchia Yûbaba assumeva il controllo della piccola Chihiro rubandole parte del nome. [1]   

 


Catturato dal nemico, Teito ben presto incontra lo spietato generale Ayanami che, avendo intuito le capacità del ragazzo lo aveva portato con sé alla scuola di addestramento degli ufficiali, educandolo per carpirne i segreti e quindi rinchiudendolo in prigione.

Il nostro protagonista riesce a fuggire solo grazie all'intervento del suo amico più fidato, Mikage, che viene catturato e torturato affinché riveli il nascondiglio del fuggiasco.

Il cameratismo tra i due ha chiare tonalità shônen ai (amore tra ragazzi) e in questo ricorda da vicino i lavori del celebre gruppo CLAMP, dal quale sembra prendere ispirazione sia per la caratterizzazione dei personaggi sia per l'ambientazione – entrambe molto vicine a “Tsubasa Resevoir Chronicle”.


 

 Stremato dalla corsa rocambolesca, Teito perde conoscenza e viene assistito da tre vescovi (shikyô) della chiesa combattente di Barsburg.

Labrador, appassionato di piante, può comunicare con i fiori e controlla lo zaiphon curativo che gli permette di sanare le ferite degli alleati. Oltre a Teito – chiaramente ripreso da Shaolan – è quello che rimanda in maniera più diretta agli universi paralleli delle CLAMP.  Forse non è un caso che il doppiatore Kôki Miyata abbia prestato la voce anche a Yukito, incarnazione della divinità lunare che protegge Sakura in “Card Captor” e sacerdote di corte in “Tsubasa”, infatti, Labrador ha la stessa delicatezza del prete, resa anche attraverso la preponderanza di colori chiari nel suo aspetto (quasi albino), che lo rendono particolarmente sensibile e femmineo. Questa timida raffinatezza lo accomunano anche a Shiemi di “Blue Exorcist” ma soprattutto a Hanatarô, un altro personaggio interpretato da Miyata, che si presenta come una parentesi di gentilezza nella complessa situazione guerresca di “Bleach” (Tite Kubô). [2] Oltre ai modi pacati, condivide con il dio della morte un nome “botanico”: infatti, come “hana” di Hanatarô significa “fiore”, l'esegesi di “07-Ghost” sostiene che “Labrador” derivi da una pianta della famiglia dei rododendri mentre l'abbrevviatio “Labu” in giapponese è omofono dell'inglese “love”.

 

 
Castor è un costruttore di bambole da usare come marionette in battaglia sfruttando una rete di fili immobilizzanti e combinate al particolare zaiphon di manipolazione che permette di spostare a piacimento qualsiasi oggetto. In tempi di pace, è facile associare la passione di Castor con certe perversioni a sfondo erotico che lo rendono protagonista di diversi siparietti comici e lo accostano per analogia a figure come il senpai Heike di “Code:Breaker” (Akamine Kamijô), il più forte e carismatico tra quelli dotati di poteri speciali ma sempre circondato da romanzetti porno. Difficile formulare ipotesi sull'origine del nome; due sono le possibilità più accreditate: (1) considerando l'ispirazione teutonica della maggior parte della terminologia di “07-Ghost”, la derivazione più probabile viene dal santo tedesco Kastor von Karden missionario aquitano dell’anno 400 d.C.; (2) Accostandolo al suo compagno Labrador si forma una curiosa continuità geografica desunta dalla mappa degli provincie del Canada, dato che il primo porta il nome di una nota penisola nella regione artica e il secondo riporta a una zona dell'Alberta.


 
 

Frau ha il compito di proteggere Teito e d'insegnargli a combattere l'oscurità rappresentata dall'Occhio di Mikhail, che si “manifesta”nella mano destra del ragazzo e agisce seguendo una volontà autonoma. In questo ruolo di guida, il vescovo prende il posto di Padre Kreuz, il prete che aveva salvato il piccolo Teito dalle rovine di Raggs affidandogli il potere – distruttivo ma anche salvifico – dell'occhio. Da questo punto di vista, Teito Klein è identico ad Allen Walken, protagonista di “D-Gray Man” (Katsura Hoshino): il suo occhio sinistro possiede la capacità di vedere le anime dei morti e il suo braccio – compatibile con la forza inviata direttamente da dio – può sconfiggere i demoni garantendo loro la pace eterna, diventando così il Cronw Clonw – il “distruttore che crea”, come le armi dei sette ghosts sono “lame a doppio taglio”. Tuttavia a causa della stranezza di queste doti, Allen viene abbandonato e  Mana, un maestro vagabondo lo raccoglie sulla strada consegnandolo poi al potente esorcista Cross Marian (persino i nomi sono simili: “Cross” / “Kreuz”) perché lo educhi e gli consenta di entrare nell'Ordine. 






 


A ben vedere, anche la struttura narrativa di “07-Ghost” è analoga a quella di “D-Gray” perché anche nell'opera di Amemiya e Ichihara ci sono dei nemici esterni che attaccano la chiesa: si tratta dei Kor, spiriti umani che, divorati dai sentimenti negativi, stipulano un patto con Verloren, la divinità oscura che, avendo ucciso la figlia del Signore dei Cieli, fu esiliato sulla Terra. In seguito, per riportare l'armonia, i Seven Ghosts lo scomposero in anima e corpo controllandolo attraverso due gemme, l'Occhio di Mikhail e l'Occhio di Raphael e imprigionando la sua anima nel Vaso di Pandora. Da allora i suoi messaggeri tentano gli uomini con tre desideri.

Oltre al parallelo tra i kor e gli akuma di “D-Gray”, è interessante notare il ricorso al mito di Pandora, molto frequente nella recente produzione pop nipponica. “Pandora Heart” (Jun Mochizuki) è più simile al contesto di “07-Ghost”. In questo manga (poi trasposto in anime) “Pandora” è un'organizzazione creata dalle quattro grandi casate ducali (Vassalius, Nightray,  Rainsworth e Barma) per contrastare le creature malvagie provenienti da Abyss.
 

L'accezione fantastica, che si riallaccia in un certo senso alla mitologia classica, si ritrova anche in “Code:Braker” (Akimine Kamijô), dove il vaso è un contenitore misterioso, in grado di amplificare enormemente i poteri speciali e creato originariamente dalla protagonista per sigillare la forza negativa che si era generata durante la tragedia del 32 dicembre.


 

Diverso e molto più realistico il concetto alla base della seconda serie di “Bloody Monday” (Ryô Ryûmon / Megumi Kouji), incentrata sul Pandora's Box un dispositivo posseduto dal presidente degli Stati Uniti, con il quale si può scatenare una guerra atomica. Quest'ultima visione consente un'immaginaria fusione tra le paure del Giappone contemporaneo (ancora ferito dal trauma di Hiroshima) e le antiche leggende del folklore nipponico. Infatti, la confusione di traduzione che spesso trasforma il nostro “vaso” in una “scatola” (“hako” e quindi anche “box”) rende il recipiente ellenico delle disgrazie molto simile a quello in cui sono sigillati i moryô, gli spiriti di cui si parla nel manga “Moryô's Box” di Natsuhiko Kyôgoku / Aki Shimizu.


 
 
 

In “07-Ghost” la gerarchia che si nutre di rimandi e specchi si arricchisce ulteriori tasselli che spostano il livello della narrazione a concatenazioni passate. Come Teito ha sviluppato un rapporto di devozione filiale con Fea Kreuz, suo mentore all'interno della chiesa, lo stesso vale per Frau e Bastian, assistente dell'arcivescovo.

L'uomo ha un potere peculiare che lo rende molto simile Allen Walken di “D-Gray Man” (Katsura Hoshino) o a Lag Seeing di “Letter Bee” (Hiroyuki Asada), che placano i demoni senza ucciderli: Bastian non attacca direttamente i kor, ma ne limita i movimenti in modo che sia possibile rimuoverli dall'anima senza danneggiarla. Tuttavia, proprio per la sua vicinanza al lato oscuro, cade in tentazione stipulando un contratto con questi esseri malvagi e quindi viene condannato e allontanato, perché ai vescovi è proibito avere desideri materiali, e sarà proprio il suo ex discepolo Frau a eliminarlo. Qui l'espediente narrativo riprende l'idea centrale del buddhismo zen: “Se incontri un Buddha per strada, uccidilo”, il che significa staccarsi completamente dagli attaccamenti terreni.





 

Se l'aspetto e la dottrina della chiesa di Barburg sono ispirati all'universo cattolico, alcuni punti mostrano  la prossimità tra il pensiero occidentale delle origini e gli insegnamenti delle filosofie orientali.

Kreuz, ad esempio, faceva parte di una tipologia di prete itinerante che viaggiava ai quattro estremi dell'impero per sterminare le creature dell'oscurità e accumulare esperienza. È un tratto distintivo che accomuna i monaci esorcisti giapponesi e i predicatori cristiani, votati alla missione dell'evangelizzazione. Dal punto di vista storico infatti, fu lo spagnolo Francisco Javier ad aprire la strada al cristianesimo creando la prima comunità nell'isola del Kyûshû e dando l'impulso per la nascita di un grande centro religioso nella città di Nagasaki. “Saru” di Daisuke Igarashi, mostra i patti di Francesco Saverio con l'occulto e spiega così in chiave horror, l'interruzione delle missioni e le persecuzioni che culminarono con la totale chiusura degli scambi con gli europei nel 1614.  Restando nel panorama dell'animazione, si possono citare molti esempi celebri, da Sanzô di “Saiyuki” (Kazuya Minekura) [3]  a Miroku, il monaco pervertito e combattente che accompagna il gruppo di Inuyasha (Rumiko Takahashi).



 

In tutti questi esempi, proprio come in “07-Ghost”, i predicatori entrano in diretto rapporto con il Male e anzi, spesso lo affiancano lasciandosene contaminare e instillando quindi il dubbio nella professione granitica del credo. Così come, secondo Igarashi, i missionari gesuiti (e i conquistadores all'altro capo del mondo) si lasciarono coinvolgere da esperimenti di necromanzia, in “07-Ghost” Bastian stringe rapporti con i warsfeil, gli stregoni che, come vampiri, dipendono dalle anime per vivere manipolando i soggetti che dopo aver realizzato tutti e tre i gradi del contratto coi i kor diventano wars. Questi maghi oscuri operano all'interno dell'Accademia militare[4] e penetrano nel cerchio protetto della Chiesa di Barsburg proprio grazie a Bastian che agisce come infiltrato agli ordini di Kuroyuri.

 
 

 

Rispetto alla sfera ecclesiastica, la dimensione militare è molto meno approfondita e i personaggi dell'anime si riducono a semplici antagonisti superficiali. Kuroyuri è l'unica eccezione e s'intuisce la complessità dei sentimenti verso la divinità oscura, che si ripercuotono – in una sorta di transfer – sui suoi superiori. Il suo primo modello è il comandante Ayanami, potentissimo stregone e responsabile dell'unità militare speciale Black Hawks, ma anche il suo rapporto di amicizia / cameratismo con Haruse sfiora l'amore, soprattutto se si considera l'atteggiamento protettivo dell'uomo nei confronti della ragazzina minuta che, con i capelli rosa, una benda sull'occhio e una divisa dell'esercito di reminiscenza prussiana,incarna tutti i canoni dello stereotipo moe[5]. Infatti, se in missione Kuroyuri dimostra i suoi istinti omicidi, quando si trova al quartier generale si abbandona completamente al sonno tra le braccia di Haruse, e il suo nome mette in evidenza questa dicotomia, sottolineando il contrasto tra il nero (kuro) e la purezza del giglio (yuri), che però in Giappone è anche simbolo di lutto. Anche il maggiore Hyuuga presenta alcune contraddizioni, stemperando l'aggressività necessaria in battaglia con i modi gentili e la passione per i dolci infantili. Dal punto di vista fisico, l'aspetto più saliente sono forse i fedeli occhiali da sole e la sua statura decisamente sopra la media che potrebbero accomunarlo a Mr. Chang, il capo della Triade cinese in Black Lagoon di Hiroe. Anche se si presume che, come gli altri membri dell'Accademia, abbia origini nobiliari, i particolari esteriori e il suo accento fanno pensare a una provenienza straniera che amplierebbe quindi lo scenario dell'anime discostandosi dall'opposizione Barsburg / Raggs.


 

L'unità speciale ricorda l'esercito di “Fullmetal Alchemist”: i germi opportunistici della guerra che hanno distrutto Raggs si annidavano tra le alte sfere delle istituzioni che hanno manipolato sia il Papa sia l'Imperatore per ottenere i propri scopi, esattamente come avveniva nel manga di Hiromu Arakawa per la tragedia di Ishbar, ordita dal nemico infiltrato nelle più alte cariche dello Stato. Ma, mentre l'universo di “Fullmetal” mostra tanto l'umanità quotidiana quanto la crudeltà bellica dei soldati, in “07-Ghost” questi sono fin dall'inizio antagonisti da combattere – almeno nella versione animata. Quando Katsuragi tradisce i compagni rendendosi responsabile degli eventi che scatenano il conflitto, il dubbio si pone sfumando i confini tra Bene e Male. Infiltrandosi nelle Forze Armate, la reincarnazione dello Spirito Landkarte, assume l'identità di un subordinato dell'ammiraglio Ogi ma in seguito viene meno al proprio mandato. Etimologicamente, è possibile che il nome di copertura derivi da quello di un modello di aerei giapponesi usati durante la Seconda Guerra Modiale mentre l'appellativo del Ghost viene dal termine tedesco per “mappa” e potrebbe essere un riferimento al potere di spostarsi senza far avvertire la propria presenza.
 

 

In “07-Ghost” i vescovi di Barsburg sono la personificazione dei sette spiriti mandati sulla terra dal Signore dei Cieli, ognuno collegato a un segno magico che ricorda una runa o i simboli planetari che contraddistinguono le guerriere in “Sailor Moon” (Naoko Takeuchi).

 Zehel-Frau – la Falce (dal tedesco “sichel”) - è colui che recide i legami ed ha un ruolo determinante nella protezione di Teito e dell'oasi pacifica rappresentata dalla chiesa (che nella struttura ricorda molto le rovine sacre di “Tsubasa”); [6] Castor è Fest (dal tedesco “feste”,  “fortezza”) lo spirito che unisce mentre Labor è Prophe (alterazione di “prophet”), lo spirito che parla.

Gli altri Ghost hanno una parte minore e compaiono solo di sfuggita: Landkarte (forse deriato dalla parola tedesca per “mappa”) è lo spirito che (si) eclissa, capace di spostarsi senza far avvertire la propria presenza; Ea (che potrebbe riferirsi al tedesco “ehe”, “matrice” o alla dea babilonese dell'acqua) è lo spirito che risveglia mentre il defunto Fea Kreuz era Vertrag, lo spirito che suggella manipolando le menti. Infine, Relikt è lo spirito che tramanda, capace di vedere nel passato ed è impersonato dal Lance, incaricato di supervisionare i candidati che desiderano prendere i voti.

L'aspetto dei ghost e l'idea che essi stipulino un contratto con gli umani controllandone in qualche modo la mente riporta il discorso alla prossimità tra Bene e Male, tema centrale di questo e di molti altri anime sull'argomento religioso.

Se si considera l'architettura complessiva del clero di Barsburg, ritroviamo alla classica ripartizione in sette / otto punti, fondamentale in molte costruzioni mitiche, a qualsiasi latitudine, ma è possibile anche un raffronto con le diverse personificazioni del Buddha nella dottrina giapponese: nella concezione nipponica esistono otto “bosatsu”o santi che, avendo raggiunto l'illuminazione, rinunciano al nirvana per portare la loro testimonianza. [7] Analogamente, secondo quanto spiegato nell'anime, i Ghost sono cavalieri che “finché proteggono la Terra, non possono tornare in Cielo”.

 





 
Ovviamente tra gli esaminandi c'è anche Teito che, dopo la scomparsa di Mikage – reincarnato in un animaletto rosa! (chiaramente introdotto come mascotte della serie, al pari di Kero-chan in “Card Captor Sakura delle CLAMP o Kon in “Bleach” di Tite Kubô) – comincia a fare coppia con Hakuren Oak, il suo compagno di stanza nel dormitorio. Insieme i due affrontano le prove per dell'addestramento e pian piano diventano amici, tanto che si scopre il passato del giovane fuggito dalla famiglia nobile e dal padre che aveva voluto occultare la disgrazia avvenuta alla moglie, posseduta da un kor. [8] In aperto contrasto con la mentalità conservatrice del genitore, Hakuren, il “Loto Bianco”, idealmente complementare a Kuruyuri, si discosta dal fratello Shuri.
 


Rifiuta la carriera militare per abbracciare la logica costruttiva della chiesa che sposa il concetto di lotta a quello più ampio di pace perché, come spiega Frau “ci sono molte cose a questo mondo che non possono essere protette semplicemente pensando o pregando. Per questo, onde evitare che i sogni degli angeli vengano rubati e questi cadano nella disperazione i vescovi impugnano le armi in combattimento”. Dunque, oltre al ricco panorama “concreto” che contrappone potere temporale e spirituale, “07-Ghost” si gioca anche sul piano astratto, con le battaglie che i personaggi devono ingaggiare sul piano psicologico per vincere i propri demoni personali. Lo scontro tra Ayanami e Teito è quindi il culmine di un percorso iniziatico e si svolge in uno spazio astrale fatto di piani rotanti che si combinano come in un caleidoscopio o come nei rosoni delle chiese gotiche, utilizzando accorgimenti grafici che potrebbero aver ispirato la realizzazione delle cosiddette “streghe” in “Puella Magi Madoka Magica”, anime del genere majôkko prodotto nel 2011 dallo Studio Shaft e incentrato sul significato profondo dei dilemmi esistenziali di un gruppo di ragazze dotate di poteri magici [9]


 
 


 
 
A completare il quadro di riferimenti mitologici della serie ci sono alcuni personaggi secondari sui quali è interessante soffermarsi brevemente, in particolare Lazette la sirena che suona l'organo durante le funzioni nella cappella principale. Appartiene alla specie mutaforma chiamata Noel e quindi, mentre normalmente vive nell'acqua della fontana centrale del complesso monastico, quando si tratta di suonare, diventa una creatura che sotto l'abito monacale nasconde zampe artigliate assumendo un aspetto che ricorda l'antica concezione delle sirene come parenti stretta delle arpie. Inoltre, non potendo parlare, in alcuni casi è in grado di farsi capire materializzando il volto di un'altra persona – spesso in chiave caricaturale e comica (come avveniva con la piccola volpe trasformista Shippô in Inuyasha di Rumiko Takahashi)[10].
 
 È ciò che accade quando Frau viene incarcerato nella prigione subacquea chiamata Dungeon of Light. Guidando Teito fino alla cella dell'amico, apre un nuovo scenario dai toni azzurrati che è forse uno dei migliori dal punto di vista visivo all'interno dell'anime e dimostrano una buona padronanza dei mezzi tecnici dell'animazione contemporanea oltre a richiamare apertamente alcune pietre miliari del genere: nella rapida nuotata del protagonista nei labirinti che si snodano sotto la vasca del cortile principale, per un momento diventa Conan, il “Ragazzo del Futuro” di una celebre opera di Hayao Miyazaki. Inoltre l'idea di una pillola magica che consente al giovane di respirare anche in assenza di ossigeno potrebbe essere una sorta d'inversione della polvere di fata usata da Peter Pan per far volare Wendy e i suoi fratellini


 
 

 
In conclusione, riservo un giudizio abbastanza positivo all'anime di “07-Ghost”, nonostante i limiti della trama improntata sul cameratismo maschile. Sono comunque curiosa di leggere il manga – tuttora in corso di pubblicazione – per capire se nel fumetto i personaggi minori vengono sviluppati con maggior attenzione. Non essendo ancora giunti a una conclusione della storia è possibile che i futuri sviluppi divergano dalla versione fornita sullo schermo, dando magari risalto a quei protagonisti che nello spazio di 25 episodi sono stati solo abbozzati.
 
 
Disegni: 6
Storia: 7/8
Tecnica: 8
http://youtu.be/loeU-MZSX0k


 
[1]    E qualcosa di simile esiste anche nella tradizione biblica, quando Adamo nomina tutto il creato e così facendo lo plasma a sua volta e lo rende reale.
[2]    Stranamente, gran parte del cast di “Bleach” si è riunito per l'anime di “07-Ghost”. Va notato tra parentesi che in Giappone i doppiatori sono molto seguiti e conosciuti dal pubblico, tanto che esistono persino riviste e siti specializzati (“Bakuman” di Ôbata /Ohba offre un interessante spaccato su questo aspetto dello star-system legato al mondo dell'animazione)
[3]             Adattamento del classico della letteratura cinese “Storia del viaggio verso Ovest”. In questa versione ci sono chiari elementi shônen (come nel celebre “Dragon Ball di Akira Toriyama) ma anche spunti shônen-ai, visto l'aspetto “piacevole” dei protagonisti – tutti maschi.
[4]    È interessante notare che la radice etimologica germanica “war”, in inglese è comune nei termini “guerra” (war) e “warlock” e sembra derivare dal verbo tedesco “werra”combattere. Da qui il legame tra la magia oscura e la scuola militare.
[5]  La figura di Kuroyuri unisce i canoni di diversi sottogeneri della cultura giapponese: dalla longeva attrazione per le lolita, al fascino della divisa maschile, alla nuova moda delle kegadoru (bambole ferite)
[6]    Intorno alla chiesa c'è una barriera (la tradizionale “kekkai”) e gli unici che possono passare utilizzando il loro otere sono quelli capaci di manovrare la croce magica della basculus.
[7]    Kannon è il b. della compassione, che a volte assume fattezza femminili; Jizô rappresenta la salvezza dalla sofferenza; Miroku è il futuro; Kokuzô è la saggezza e la memoria; Monju la bellezza; Seishi la forza; Fugen è il protettore della prassi e quindi è il patrono di chi insegna il buddhismo. Infine Gekkô e Nikkô – spesso considerati come un'unità unica – sono le divinità della Luna e del Sole e a volte compaiono come attendenti di Kannon.
[8] Nell'ambientazione ottocentesca della storia, questa sottotrama rimanda alla tradizione dei racconti gotici. Si pensi ad esempio al bellissimo “Yellow Wallpaper” di Charlotte Perkins-Watson in cui una donna, ritenuta pazza dal marito, viene rinchiusa in soffitta, o al caso analogo alla base dell'intreccio sentimentale di “Jane Eyre” di Emily Brönte (e qualcosa di simile si trova anche nel romanzo per ragazzi “Il Giardino Segreto”, dove il figlio malato del padrone vive segregato in un'ala remota della grande villa).
[9] In questo anime, le streghe sono rappresentate grazie all’innovativa fusione di animazione, grafica digitale e frame artistici che sembrano ispirati al pop-surrealism mentre “07-Ghost” applica le stesse tecniche all’avanguardia a sfondi che ricordano le vetrate delle cattedrali gotiche.
[10] Nelle credenze popolari, tanto le volpi quanto le sirene erano creature demoniache capaci di trasformarsi per tentare gli uomini.


 

martedì 27 agosto 2013

LE VOYAGE PERDU


Metto i vestiti alla rinfusa dentro un borsone a scacchi da detective londinese, senza pensare: dieci mutande, cinque paia di calzini – tanto sono tutti neri – due pantaloni.

E poi t-shirt per ogni possibile variazione climatica. Per me le partenze sono una piccola morte. Sì, con lo stesso valore doloroso e piacevole che ha l’orgasmo per i francesi. Si arriva al culmine, si sfiora il parossismo isterico dell’ultimo abbinamento ma poi, se non si dimentica nulla di fondamentale, ci si può rilassare pienamente.

Non sono un tipo da campeggio avventuroso, io. O almeno, non lo sono più da tempo. Non mi riesco ad abituare alla vita nel fortino del romitaggio rurale: m’infastidiscono le maniche corte delle maglie infeltrite e urticanti, le provviste sporche di ragnatele, l’acqua da far scorrere nei tubi per togliere la patina marroncina del ristagno… Non potrei stare troppo a lungo lontana dalle news, dalla tecnologia e soprattutto dagli scaffali carichi di libri ancora da leggere ( purtroppo viviamo in un Paese che sarebbe comico se non fosse tragicamente reale e l’unica soluzione, dopo aver guardato il telegiornale, è spegnere la tv e riprendere il filo di un romanzo).  

Ho preso tutto? La valigia per tre giorni assume proporzioni elefantiache mentre le cartelle di file intasano un esercito di penne USB. E poi devo scegliere con cura i pezzi da inserire nella colonna sonora per il viaggio, quelli che dopo condividerò con Samuel, se sarò fortunata e riuscirò a pranzare serenamente con lui.

 

Il programma è già stabilito a priori: sei gamberoni, insalata dell’orto e carciofi freschi «Sono del padre di Tod» …

Mando giù cercando di ignorare il sottinteso.

Mando giù perché sono buoni.

Mando giù vigliaccamente.

Ma c’è spazio anche per i miei piccoli atti di coraggio: pepe e salsa di soia centellinati alla cieca nel dressing al pompelmo rosa insieme a 170 grammi di mela croccante.

Il pomeriggio scorre lento, scandito dalla pioggia. Brevi battute come contrappunto alla musica tenuta alta. Il divario tra me e il mio semi-fratello minore è troppo grande. E a questo si aggiunge anche un gap di chilometri di vita quotidiana disgiunta. Per fortuna c’è il rock, e poco altro. Forse avrei dovuto essere più presente, prendere il treno, telefonare… Prima della frattura.

Avrei dovuto ingoiare l’orgoglio e colmare gli oceani di silenzio col mio cucchiaino d’argento. In fondo cosa sarebbe costato? Non mi accorgevo che gli occhi di Altair erano sempre più grigi e spenti? No, una figlia non sa vedere queste cose … e ora è finita, nel bene e nel male.

 

«Sono quasi vent’anni che è morto, no?» dice Cassy riferendosi a K – il cortocircuito logico è inevitabile «Sì, era il ‘94» rispondo meccanicamente. Adesso la compilation risuona solo nella mia testa frastornata, come sottofondo per un poderoso mal di stomaco psicosomatico: Così imparo a fare la furba e a non controllare i numeri”. Ultimamente mi sto facendo un po’ troppe concessioni – Avanzo di una posizione, un millimetro alla volta. Mi spavento. Cado. Precipito. Voglio un’altra prova del fuoco, domani.

 

Eccolo, “domani”. La cittadina turistica si chiude sulla vista del porto con le sue barche in secca, il mercato ittico e una mal assortita legione di calafatai balcanici. Con una piroetta, concludiamo un parcheggio sotto la nuvola stratificata d’aghi di un pino marittimo, nello spiazzo di un ristorante.  Non amo i posti di riviera fatti con lo stampino, ma l’aria è pulita e limpida e finalmente sembra arrivata l’estate.

 «C’è di bello che qui c’è più cielo!» mia madre torna bambina, ride, scherza, s’intride di sole.

Nemmeno le mie lacrime la sconfortano e mi tira su di morale per i cibi meravigliosamente giapponesi che non ho potuto comprare alla boutique del biologico che hanno inaugurato in centro: «Dai, hai trovato dell’altro! E poi sono sicura che là a Tokyo avrebbero comunque un sapore diverso. Ci andrai di nuovo, non preoccuparti!» Non mi preoccupo, ma mi chiedo se sia una consolazione o un’inconsapevole aggravante salata sulle mie ferite da immobilità, infette come piaghe da decubito.

 

E intanto i barbari hanno già invaso l’ultimo avamposto. «Sono proprio un grebano» dice l’uomo con la falciatrice rotante, e nel suo tono divertito c’è quasi vanità, o forse è rassegnazione di fronte all’abisso che ci separa? Si tira su la maschera di plastica protettiva spazzolandosi con la mano la tuta macchiata d’erba. Tento d’ignorare i suoi tentativi di conversazione. L’odore del prato tagliato mi solletica le narici impedendo qualsiasi forma di concentrazione. Il terrazzo intorno a me si è riempito di trucioli sparati come proiettili e, fotografandomi da fuori, mi sento la superstite di un terremoto sudorientale che scava tra le macerie. Mentre gli argomenti languono a monosillabi unilaterali, al piano di sotto Lou sgombra le cantine trasportando un enorme zangolatrice di legno tarlato risalente al pleistocene della memoria contadina. Torno alle parole stampate sulla pagina. Non riesco a concepire il puro lavoro fisico senza traccia di uno scatto mentale. Alzo il volume della radio per contrastare il rumore delle lame che hanno ripreso a ruotare assassinando margherite e soffioni.

Centinaia di desideri spezzati.
 

venerdì 2 agosto 2013

RAW SNAKE & CHERRY POISON



 
Primavera.

La città finalmente indossa i suoi petali rosa e pare dimenticare lo smog.

Forse non questo non è il Giappone ma potrebbe benissimo sembrare Arles – meglio accontentarsi e gioire di quei quattro pruni coraggiosi in mezzo al cemento e al consumismo del centro.

Le ragazze scoprono le loro curve burrose al primo sole, i ragazzi ridono come tacchini geneticamente modificati, osservando sguaiatamente il passaggio indaffarato degli impiegati in pausa pranzo. Io aspetto di fronte all’ingresso minimale del sushi bar, calcolando mille volte il valore numerico di una mini porzione di gamberi crudi da asporto. È curioso che in giapponese “gambero” e “serpente” siano così simili, con una semplice aspirazione di differenza. Chissà che gusto ha la carne di una vipera viva, battuta con un bastone per scacciare il veleno dal corpo.

 

Ansia.

Ondine e Jane sono in ritardo di due, tre, cinque, sette minuti. Qualche brivido attraversa il cotone della t-shirt con la danza floreale di Snoopy. L’aveva presa l’Io-Erin in un negozio di Omotesandô, grande, immenso, e immensamente caramelloso. Quel posto era come una bolla color zuccherino in mezzo al traffico – due colonne di suv neri che s’incrociavano senza conoscersi. E se dietro ai parabrezza scuri ci fosse stato un affascinante principe dai lunghi capelli neri, cinico e innamorato? Sarebbe stato poco probabile e di sicuro non sarebbe stato per me. Là ero completamente sola: un giocattolo senza padrone, e la maglietta era il mio omaggio alla bellezza delle stagioni.




 

Qui il cielo è lattiginoso e la qualità della luce mi fa venire mal di testa. Cerco gli occhiali scuri nello zaino e sistemo la bandana di Totoro che mi copre i capelli rasati di fresco. Li ha tagliati Ondine con la macchinetta: due tacche, nel bagno dell’ufficio, io con le spalle avvolte nella pellicola trasparente come la vittima di un serial killer; ora, la nuova lunghezza regolata è morbida e setosa contro la stoffa azzurra.  

Otto, nove, tredici minuti … Magari hanno deciso di non venire, visto che fino all’ultimo io sono stata indecisa «Il fatto è che ho paura» «Se hai paura, nessuno ti obbliga» «No, nessuno mi obbliga, anche se, una volta che sono fuori, dovrò pur mangiare qualcosa … Non mi va di passare per una grassona boteriana e poi c’è sempre il rischio che il mio occhio sbagli qualcosa nei pesi e nelle misure … non so cosa prescriva in questi casi il Manuale della Brava Anoressica (di prossima pubblicazione).»

Sul muro bianco del locale spicca un ramo di ciliegio rosso.

Prima che io possa mettermi a piangere – lacrime rotonde, salate – Ondine entra quasi correndo, costringendomi a stiracchiare un sorriso «Siete in ritardo» provo a nascondere il sollievo dietro a un tono scherzoso. È quasi come se la parte più difficile fosse già passata. Jane studia il tabellone del menù. Io infilo il mio kimono leggero e lo stringo con una pashmina viola: il risultato non è ortodosso ma preferisco non essere ligia alla tradizione e continuare a respirare senza costrizioni.  … Quando Erin aveva comprato quello yukata, nella brezza umida di una sera d’agosto, la donna addetta alla bancarella nel tempio aveva avvolta due o tre volte in un nodo stretto-stretto e ritorto, con la forza di un marinaio esperto che fissa una gomena alla bitta. L’aria si era fermata in una gabbia dorata, le costole scricchiolavano. In una danza al contrario, il sangue era tornato a fluire verso le guance, il suono dei tamburi mi penetrava nelle orecchie, ridando energia al cuore … E poi c’era il profumo degli spiedini di polpo … e un uomo che faceva saltare gli spaghetti sulla piastra: somigliava ad Altair, forte e compatto come un gigante buono, un guerriero con un fazzoletto bianchissimo annodato sulla fronte. Erin si era  unita al cerchio magico intorno alla pedana dei percussionisti, muovendo il ventaglio di plastica in figure un po’ rigide – Rito antico per celebrare i morti.

 

Adesso guardo un cuoco samoano alto due metri preparare fagottini di riso e uova di salmone. Sono scarlatte, trasparenti, traslucide … come l’emoglobina in quel vecchio cartone animato didattico. Vorrei poterle assaggiare ancora una volta, vorrei poter essere normale … ma no, mi basta il tè verde bollente che Ondine mi porta dentro a una tazza di carta per commuovermi.

Sedute sul bordo del marciapiede, apriamo le nostre confezioni take-away ed io controllo sul cellulare se la ditta produttrice del mio miracoloso infuso della felicità ha un sito per l’esportazione. Product of Japan by Takaokaya Inc. Los Angeles, California Certo, all’inizio mi stupisco. Immagino le piantine pallide di Camellia Sinensis che ricoprono i verdi campi di Califa, in un clima perennemente estivo, accanto alle coltivazioni di marijuana terapeutica.

«Potremmo comprare insieme il pacco convenienza» 160 bustine da dividere come un legame d’amicizia basato sull’aroma delle foglioline pressate. Ovviamente dovrei controllare le tabelle nutrizionali – ammesso che esistano – ma penso di poterlo fare, penso di potermi concedere i lunghi sorsi cadenzati della pace divina.

 


http://youtu.be/RfEkH2abwRQ
http://youtu.be/cuNUURiF49o
http://youtu.be/Tdvh7CKRozk

giovedì 1 agosto 2013

A CERTAIN MAGICAL INDEX 2


 
 



La seconda stagione di “A Certain Magical Index” (“To-Aru Majutsu no Index 2”) è la prosecuzione della storia proposta nella prima serie, ovvero l’adattamento animato dei light novel dal settimo al dodicesimo volume.
Come nella prima serie lo sviluppo narrativo non è del tutto unitario e anzi si può suddividere in due filoni principali; da un lato l’aspetto “religioso” o “magico” della realtà e dall’altro l’approccio “scientifico”: due versanti sono legati dalla presenza centrale dello studente Touma Kamijô e dalla suora anglicana Index, una vera e propria banca-dati vivente che ha memorizzato il contenuto di 103.000 grimori magici e proibiti.
In particolare, qui sono presentate con più chiarezza le diverse organizzazioni magiche /spirituali che si fronteggiano per il dominio sulla conoscenza occulta (o per la conquista di nuovi spazi di espansione della fede?) e quindi una suddivisione schematica dei vari gruppi potrebbe essere utile per orientarsi.
 
Chiesa Puritana d’Inghilterra.  
I suoi componenti fondamentali erano già stati introdotti all’inizio della vicenda, quando Stiyl Magnus e Kaori Kanzaki erano stati inviati a recuperare Index, rifugiata nell’appartamento di Touma. Qui vengono mostrate le alte sfere dell’organizzazione Necessarius ( la Chiesa del Male Necessario) con sede a Londra. L’arcivescovo Laura Stuart muove le fila come diretta superiore del braccio operativo. Dal punto di vista narrativo, il nuovo personaggio consente di gettar luce sulla complessa ambientazione futuristica /steampunk: la Città-Studio nella quale vivono circa due milioni di persone (di cui l’80% studenti ed ESPER) è un luogo completamente regolato da una tecnologia sostenibile avanzata, mentre il resto del mondo sembra in un certo senso bloccato nel periodo vittoriano. Considerando il character design e l’idea di una donna forte al comando di una potente istituzione religiosa è inevitabile pensare a Caterina Sforza, il capo del Ministero dei Santi Affari in “Trinity Blood” (Sunao Yoshida / Kiyô Kujyô): anche se Laura ha un’aria più giovane e meno autorevole, ma dirige le operazioni per recuperare la “Croce di Pietro”, un potente artefatto magico che doveva essere sotto la custodia della Chiesa Romana. Usando tale strumento, i cattolici possono teoricamente conquistare qualsiasi luogo sulla Terra a patto che si realizzino alcune specifiche condizioni astrali ma essa è una “spada-pugnale” con la quale si possono uccidere i santi perché il suo metallo, proprio come i chiodi della crocifissione, estrae la debolezza degli eletti e li rende così inoffensivi.



Per questa ragione Kanzaki non potrà partecipare alla missione: la donna, che usa una nodachi mescolando tecniche giapponesi e occidentali, prima di abbracciare la fede anglicana era stata papessa di Amakusa. [2]

 La “Chiesa delle Distinte Dottrine” o “Amakusa Style Remixed Church” (Amakusa-shiki Jûji Seikyô) è una setta cristiana nipponica molto selettiva, che mantiene la propria segretezza nascondendo i riti nei gesti quotidiani. Il nome, che potrebbe sembrare fantasioso, trae spunto dall’esistenza storica dei cosiddetti “kakure kirishitan” che dovettero nascondere la loro fede dopo la Rivolta di Shimabara del 1638 e la conseguente persecuzione dei cristiani e la chiusura dei rapporti commerciali con gli europei in generale e con i portoghesi in particolare.

Dopo l’abbandono di Kaori Kanzaki, il ruolo di Supremo Pontefice è stato assunto da Saiji Tatemiya [3]che usa una spada a lama serpentina, probabilmente una rivisitazione della mitica Flamberga di Rinaldo da Montalbano, l’eroe del ciclo carolingio.

I capelli pieni di punte suggeriscono un’affinità con Touma, anche se il design di questo combattente lascia presagire il carattere misto del suo stile di lotta: la maglia molle con disegnata una grossa croce rossa rimanda chiaramente alle crociate e ai cavalieri di S. Giorgio; la pesante collana ornata da lunghi pendagli cilindrici è un attributo tipico degli antichi sciamani e le scarpe da basket e i pantaloni larghi sottolineano la fluidità dei movimenti, simili ai passi di breakdance (ed è forse quest’ultima caratteristica a richiamare  Mugen, il vagabondo di “Samurai Champloo”[geniale serie diretta da Shin’ichirô Watanabe nel 2004-2005] che mischiava elementi della danza di strada alla capoeira brasiliana).

 

Come dimostrano Tatemiya e Kanzaki nonostante siano esperti nella lotta mista, i membri della setta di Amakusa prediligono la spada e si rifanno in modo abbastanza esplicito alla tradizione delle kunoichi (donne ninja). Infatti, oltre ai due leader del gruppo nel primo blocco della seconda serie vengono presentate delle ragazze che, conservando alcuni tratti in comune con Kaori, non ne hanno il fascino né la sensualità. In particolare, prima che la situazione delle alleanze sia chiarita, Touma si trova a dover affrontare Uragami, una ragazza dai metodi e dall’aspetto molto simili a quelli della guardia del corpo Lan Fan del Paese di Xing (corrispondente alla Cina) in “Fullmetal Alchemist” di Hiromu Arakawa.

 

L’arco narrativo del “Libro della Legge” mostra i rapporti di forza esistenti tra le diverse organizzazioni in campo, descrivendo la gerarchia interna alla setta di Amakusa e alla Chiesa Romana.

Come Necessarius è guidato da Laura Strauss, anche nell’organizzazione cristiana le donne hanno un ruolo fondamentale, pur non avendo esplicitamente la leadership. Il Papa Matthai Reese [4]si serve di un vero e proprio esercito di suore combattenti – Agnese Forces -  ncaricate di recuperare il libro eretico scritto da Edward Alexander.

Nell’anime, il nome dell’autore non viene chiarito mentre nel manga il parallelo con Aleister Crowley è reso esplicito fin dall’inizio. Secondo la storia, il mago aveva iniziato a lavorare al suo grimorio per completare il corpus di regole che avrebbero posto fine al sistema magico della cristianità cominciando una nuova era, L’Eone di Horus (Æon of Horus). In realtà la stesura del testo risale un’esperienza in Egitto del 1904, quando il cerimoniere tentò di invocare delle entità sovrannaturali (le silfidi) utilizzando un rito ispirato alla demonologia secentesca. La creatura risvegliata da tale formula era Aiwass, che dettò le sue rivelazioni tra l’8 e il 10 aprile. [5] Nella fiction l’uomo, sfuggito alla morte, vive nel misterioso Palazzo Senza Finestre[6], dal quale dirige la Città-Studio col titolo di Sovrintendente Generale (Tôkatsu Rijichô) con lo scopo occulto di creare un Paradiso Artificiale sfruttando la bioelettricità dispersa dall’utilizzo reiterato dei poteri degli studenti ESPER.

Sarebbe interessante aprire una breve parentesi sulla fortuna della figura di Alisteir Crowley nella narrativa nipponica degli ultimi anni, che rinverdisce il recupero operato dalle star della cultura pop psichedelica occidentale degli anni ’60-’70. “A Certain Magical Index” non è infatti l’unico anime / manga nel quale compare un personaggio con questo illustre nome. In “D-Gray Man” di Katsura Hoshino uno degli esorcisti è Krory III, un vampiro convertito che, insieme ai suoi compagni, s’impegna nello sterminio del Male. [7] Tuttavia, la caratterizzazione dei due personaggi è sostanzialmente diversa perché, se in “D-gray” l’accento è gotico – anche se scherzoso – in “To-aru Majutsu no Index” sia il suo aspetto sia l’ambiente che lo circonda sono ispirati alla luce e suggeriscono il punto di congiunzione tra scienza e magia, rappresentato dalla pratica alchemica fusa alla tecnologia informatica. Il direttore dell’accademia è pallido, quasi albino e indossa un completo tradizionale cinese, come se si rifacesse alla leggenda cinese degli Otto Immortali, tuttavia la stanza piena di led e la soluzione nella quale è immerso (perché a testa in giù?) sono elementi fantascientifici che ricorrono nella maggior parte degli anime post-apocalittici / cyberpunk. 


 

 
 
  

La ricerca del Libro della Legge inizia con il salvataggio di Orsola Aquinas, una religiosa della Chiesa Romana che possiede le più potenti chiavi per decodificare i linguaggi occulti.

 Il nome Orsola è un riferimento alla santa mentre il cognome deriva chiaramente da Tommaso d’Aquino, considerato uno dei pensatori più importanti della Scolastica del XIII secolo nella quale si realizza il punto di raccordo tra la cristianità e la filosofia classica. In questo senso, è idealmente complementare a Stiyl Magnus che, come ho già notato in precedenza, ha il suo omonimo in Alberto Magno, famoso teologo dello stesso periodo storico che postulava la convivenza pacifica tra religione e scienza. A causa delle sue capacità do “traduzione”, Orsola è considerata pericolosa dal Vaticano, che quindi decide di eliminarla e invia i suoi emissari a questo scopo. Salvata dalla Chiesa Anglicana, torna in patria, a Chioggia, dove viene nuovamente attaccata dagli assassini. 

L’organizzazione paramilitare è guidata da Agnese Sanctis una suora con una massa di treccine rosse, una divisa molto ridotta e un paio di scarpe con la suola altissima che somigliano ai tradizionali zôri giapponesi, ma s’ispirano alle “chopine”, calzature in voga tra la nobiltà europea nel periodo compreso tra il XV e il XVII secolo. Avendo circa la stessa età d Index, la ragazzina diventa un’ideale spalla nelle gag a sfondo sessuale che coinvolgono Touma, preso tra le due “lolita” e la procace Orsola. Per la verità, questa deriva quasi ecchi / harem rovina le potenzialità della serie togliendo mordente e profondità psicologica ai personaggi: si ha la sensazione che l’autore abbia aggiunto questi sketch ammiccanti più per compiacere il pubblico dei sondaggi che per una reale esigenza stilistica!





 

Le truppe armate sono dei veri e propri battaglioni di giovani suore tra le quali spiccano diverse figure che però, vista la ricchezza del materiale originale, nell’anime (e nel manga) vengono presentate di sfuggita. Sorella Lucia ha un carattere forte e una grande determinazione che le consente di affiancare Agnese nelle missioni più pericolose comandando un intero plotone. Anche lei si converte alla dottrina anglicana di Necessarius dopo essere stata sconfitta e poi salvata da Touma.

Angeline agisce seguendo il proprio credo, ma non è radicale come le sue compagne e spesso si lascia prendere dalle emozioni e dal dubbio. A causa della sua indecisione sembra pasticciona e goffa quando cerca di seguire alla lettera gli ordini per rientrare nelle grazie delle sue superiori. Si può presumere, infatti, che la ragazza, allevata in seno alla chiesa, abbia scelto la strada del sacerdozio per emulare Agnese e Lucia. I lunghi capelli biondi sono spesso legati in due trecce e i suoi occhi grandi ricordano molto Rosette di “Chrono Crusade” (Daisuke Moriyama).

Caterina è un’altra suora del corpo combattente Ha meno spessore e meno importanza bellica, anche se si dimostra una preziosa alleata dopo la conversione delle armate alla causa anglicana. Considerando l’aspetto fisico delle tre e il loro comune passato di orfane, esse costituiscono un “trio di supporto”, ossia un gruppo che, ricalcando in chiave pop e post-moderna il tema mitologico e artistico classico della triade femminile, torna in molti anime e manga a sfondo religioso. L’esempio più chiaro di questa costruzione narrativa è in “07- Ghost” (Yuki Amemiya / Yukino Uchihara) con Libelle, Athena e Angela, anche se in questo caso le donne non hanno un ruolo offensivo; o in “Chrono Crusade” (Daisuke Moriyama) dove le novizie, raggruppate in un unico insieme, non scendono in battaglia.

Inizialmente la devozione di Agnese alla causa la rende un’acerrima nemica della Chiesa Anglicana e della sua magia, anche se lei stessa ha particolari abilità, che derivano dalla sua grande croce, chiamata “Bacchetta del Loto” . [8] Tuttavia, come afferma Orsola, la sua fede non è basata sulla certezza ma sul dubbio e proprio questo credo non-monolitico le consente di vedere le pecche e le reali intenzioni della Chiesa Romana e di passare dalla parte di Touma durante il salvataggio di Orsola sulla Regina dell’Adriatico, una nave incantata originariamente creata da Roma per attaccare la fazione veneziana e sminuirne il potere e trasformata successivamente in una galera sulla quale anche la giovane è stata imprigionata con l’accusa di eresia per aver fallito la precedente missione.

Dal punto di vista dell’animazione, questo arco narrativo è il migliore della serie sia per quanto riguarda gli effetti scenici della flotta azzurra e luminosa in navigazione sul mare sia per il dinamismo dei combattimenti. Infatti, l’ammiraglia, con le caratteristiche visive della classica nave fantasma in stile “Olandese Volante” / “Perla Nera”, diventa subito teatro di una nuova battaglia che contrappone il nostro protagonista senza macchia a una delle eminenze della Chiesa Romana, Biagio Busoni, un vescovo fondamentalista che desidera ottenere la gloria terrena anche sacrificando delle vite umane e con questo obiettivo comanda ben mille soldati. La più notevole delle sue capacità offensive è “Il Peso della Croce” che schiaccia l’avversario con enormi crocifissi di pietra: tale tecnica ricorda uno dei supplizi inflitti alle presunte streghe dall’Inquisizione, mentre la “Croce della Santa Vergine Margherita” è un incantesimo basato sulla storia di Margherita di Antiochia, che uccise il serpente tentatore pugnalandolo con un crocifisso.




Lidvia Lorenzetti, conosciuta anche come “Mardi Gras” (Martedì Grasso, anche se l’originale giapponese “kokkai no kayô” significa letteralmente “martedì del pentimento”) è un’altra figura importante che si muove nell’ombra perseguendo i suoi scopi.  Trovandosi già ai vertici dell’istituzione cattolica, non cerca ulteriore potere ma desidera propagare il più possibile il Verbo. Per questo ordisce un piano per risvegliare la Croce di Pietro che, attivata durante le celebrazioni estive (“Daihasei-sai”), [9] dovrebbe convertire forzatamente tutti gli abitanti della Città-Studio.

Nella strategia per sfruttare la particolare configurazione astrale e la massa di energia sprigionata durante le competizioni è coinvolta anche Oriana Thomson, una formosa maga che combatte usando un mini-grimorio le cui pagine vengono strappate con i denti e lanciate verso gli avversari. La tecnica denominata “shortland” le permette di formulare diversi incantesimi mescolando i simboli dei quattro elementi e le conoscenze riguardanti i colori. Storicamente la magia elementale è diffusa tanto nelle credenze occidentali (dai riti celtici al moderno olismo di Wicca) quanto nell’esoterismo praticato nell’onmyôdô.




 Nel caso specifico, la donna usa il simbolo dell’acqua per generare un canale di comunicazione, quello del fuoco per attaccare, il vento per creare una barriera di nebbia (combinandolo con le fiamme) e il suolo per ergere una muraglia che si sposta come una valanga verso l’obiettivo. Naturalmente sono numerosissimi i manga e gli anime nei quali i superpoteri delle protagoniste sono basati sulla corrispondenza con i quattro elementi, a partire da titoli storici come “Sailor Moon” (Naoko Takeuchi) o “Magic Knight Rayearth” e “Card Captor Sakura” (CLAMP)





 

 ma in questo caso si tratta di un’anticipazione di ciò che verrà sviluppato su più vasta scala con la comparsa dei membri della “God’s Right Seat”(“Kami no Useki”), un’organizzazione magica segreta fondata dal Papa per tenere sotto controllo i fenomeni paranormali. Infatti, gli affiliati sono quattro e hanno nomi italiani che rimanda agli elementi abbinati alle rispettive posizioni spaziali: Vento di Fronte, Fiamma di Destra, Terra di Sinistra e Acqua Dietro, con esplicito richiamo alle correlazioni tra natura e punti cardinali presente nella tradizione occultistica sia in Oriente sia in Occidente. [10]


 

 

Nella seconda serie di “To-aru Majutsu no Index” manca l’equilibrio tra “magia” e “scienza” presente invece nella prima stagione: per quanto riguarda la vicenda di Makoto Misaka e dei suoi cloni ci sono pochi sviluppi significativi, incentrati più che altro sulla nuova convivenza tra Accelerator (che un tempo uccideva meccanicamente i replicanti) e Last Order, l’ultimo prototipo sperimentale. Da questo punto di vista, il filone che inizialmente aveva le connotazioni dello shônen di combattimento diventa quasi una commedia del genere slice of life, in cui non mancano nemmeno gli accenni di gag romantica, nelle puntate dedicate ai sentimenti di Misaka per Touma. Inoltre, in un breve arco narrativo che introduce i temi del successivo spin-off (“To-aru kagaku railgun”), la protagonista è Kuroko Shirai, miglior amica e compagna di stanza di Makoto e legata a lei da un rapporto di emulazione tale che lei stessa pare una sua versione modificata. Nei più recenti successi manga mainstream è spesso presente un accenno saffico, sempre in tono scherzoso e comunque mai portato  a compimento. [11]  A tutti i livelli, non c’è un vero approfondimento psicologico di questi personaggi secondari che prometterebbero interessanti sviluppi collaterali sin dal nome. [12]Si tratta di sottolineare le caratteristiche di una protagonista femminile accostandola a una spalla che dimostra per lei devozione e ammirazione, prendendola a modello assoluto. Nel caso di Kuroko, non solo apprezza la bellezza fisica di Makoto ma, durante le missioni compiute per conto della Judgment (l’organo di controllo della Città-Studio, ricalcato sulle commissioni disciplinari studentesche delle scuole giapponesi, e parallela alla GROUP che svolge la funzione d’intelligence) ne vuole emulare anche la forza offensiva.


 

Altro personaggio chiaramente inserito allo scopo di creare delle situazioni erotiche / umoristiche è Seiri Fukiyose, una compagna di classe di Touma molto prosperosa che, nell’anime, compare soltanto nel “ciclo del Festival Daihasei”. In questo frangente, sembra che si completi il meccanismo tipico del genere harem, in cui il protagonista maschile si ritrova circondato dalle donne, sia provocanti maggiorate sia innocenti lolite.

Nel complesso, quindi, il giudizio sulla serie è inferiore rispetto a quello dato alla prima parte, anche se bisogna operare delle distinzioni. La tendenza troppo evidente (e immotivata) alle scenette equivoche penalizza molto un anime che invece dal punto di vista tecnico avrebbe meritato un buon punteggio, sia per l’animazione sia per l’evoluzione narrativa.

Sotto quest’aspetto, come ho detto, ci si concentra di più sul “lato magico” e tuttavia si comincia a delineare una fusione dei due versanti, che probabilmente si concretizzerà nel seguito della vicenda. 

http://youtu.be/uqEwvVIeFr4



[1] Lo strumento magico prende il nome dalla croce che, secondo la leggenda cristiana, eretta sulla tomba di Pietro nel luogo in cui oggi sorge il Vaticano.
[2] Il ruolo di comando delle donne ai vertici delle istituzioni religiose, molto ricorrente nella cultura pop nipponica, meriterebbe un approfondimento di tipo sociologico. Considerando l’aspetto storico della questione, l’ordinamento delle donne è previsto dallo statuto della chiesa anglicana americana dal 1974 (la prima donna vescovo è stata Barbara Harris, ausiliare del Massachusetts) e nel 1992 è stato introdotto anche in Inghilterra. Per qunto riguarda la chiesa cattolica, le donne non possono raggiungere i gradi più elevati della gerarchia. La
[3] Il cognome potrebbe derivare da una parte della tradizionale katana corta (?) o dagli ideogrammi del nome del secondo figlio dell’Imperatore Meiji (anche se letti in modo diverso).
[4] Un personaggio che appare pochissimo (soltanto nel sedicesimo episodio) e rimane statico, con character design visibilmente ispirato a Gandalf de “Il Signore degli Anelli”.
[5] La storia raccontata da Orsola Aquinas è leggermente diversa: secondo quanti riportato nel settimo light novel, il testo ispirato dall’esperimento del 1904, sarebbe stato composto solo negli anni Venti in Sicilia, alla morte di un’ipotetica (e fittizia) figlia di nome Lilith (!).
[6] L’edificio-prigione nel quale convergono tutti i poteri di controllo di una città-stato deriva direttamente dall’idea sociologica del panopticon di Michel Foucault e trova un corrispettivo in moltissime opere di fantascienza. Ad esempio, per restare nell’ambito dell’animazione giapponese recente si potrebbe citare Sybil, il computer centrale che regola le informazioni in “Psycho-Pass”.
[7] Oltre che in “D-Gray” e “Index”, Crowley compare anche in “Mahoroba Heartful Days” (Akira Kojima), “evocato da uno dei ragazzi che vivono nel condominio.
[8] Si tratta di un bastone che appare come un ibrido tra la normale croce clericale cristiana e il tradizionale shakujô dei monaci buddhisti (bastone a sonagli), molto simile all’arma usata dai vescovi di “07-Ghost” (Yuki Amemiya / Yukino Uchihara).
[9] Una serie di eventi e tornei sportivi che contrappongono diverse squadre di ESPER con un’estetica che ricorda molto le partite di quidditch di Harry Potter.
[10] Nel buddhismo esoterico giapponese i Quattro Re Celesti (Shitennô) sono i guardiani che proteggono il mondo dagli spiriti maligni. Essi sono una rielaborazione delle credenze trasmesse dall’India e dalla Cina già a partire dal VI secolo anche se la loro funzione nel sistema magico religioso è stata in parte assorbita da altri raggruppamenti basati sul numero cinque o sull’otto. Nelle tradizioni di tipo panteistico sciamanico esiste un analogo parallelo tra direzioni, elementi e colori seguendo uno schema archetipico che va dai rituali druidici alle cerimonie dei nativi americani e da qui al neo-paganesimo della religione Wicca.
[11] L’esempio più noto e lontano nel tempo è probabilmente quello di Sakura e Tomoko (“Card Captor Sakura”; CLAMP) o quello più maturo di Haruka Ten’ô [Ellis nella versione italiana] e Michiru Kaiô [Milena] in “Sailor Moon” (Naoko Takeuchi), ma recentemente il gioco si è spinto a livelli più marcati con Orihime Inoue e Tatsuki Arisawa in Bleach (Tite Kubô) o Sakura Sakurakouji e Nenene Fujiwara in Code:Breaker (Akimine Kamijô).
[12] Il nome Kuroko Shirai contiene una dicotomia interna: “kuro” si scrive con l’ideogramma di “nero” mentre “shira” corrisponde a quello di bianco.